Dedichiamo questo articolo di oggi a Giulia De Lellis, ex corteggiatrice di Uomini e Donne ed attuale fidanzata di Andrea Iannone.
La loro storia d’amore procede a gonfie vele, sono felicemente fidanzati ed ogni giorno sempre più innamorati. Convivono a Lugano e sono felici.
Giulia, si racconta in una lunga intervista alla rivista “Vanity Fair“.
Ecco le sue parole :
“…La verità? Penso che molte volte abbia ragione. Perché tante mie colleghe, non tutte ma tante, si vendono e basta. Per cinque o diecimila euro sono pronte a sponsorizzare tutto, anche le cose che non amano, anche quelle che non si metterebbero mai. Invece la mia storia insegna altro: empatia e autenticità. Non mi offendo se qualcuno mi scambia per superficiale. Mi offendo se qualcuno mi dà della venduta. Io non ho mai mostrato, promosso o esposto qualcosa che non mi convinceva, che non ho provato per prima, che non ho amato io stessa. L’onesta, l’empatia, l’autenticità di quello che faccio mi hanno portato dove sono. In quanti possono dire la stessa cosa? In quanti davvero credono nel lavoro e amano tutto quello che promuovono? Forse bisognerebbe partire da lì, dal profondo rispetto che hai per quello che fai, per capire il cambiamento dei social, la rivoluzione in atto e forse anche un po’ del mio talento. Sempre. E fin da bambina. Mia madre mi chiamava “la vecchietta pluriquarantenne”. Detestavo stare coi miei coetanei e preferivo i pigiama party con le amiche di mia sorella, che ha 12 anni più di me. I miei compagni d’infanzia? I bambolotti che vestivo e agghindavo nei miei negozi immaginari. Non c’era verso di farmi fare quello che non volevo. I miei spingevano per il nuoto? Io ribattevo con la danza. Però una volta ho dovuto soccombere. Le scuole superiori: mia madre mi iscrisse al liceo classico. Io odiavo greco e latino. Ma era la scuola più vicina a casa. L’altra, quella di moda, distava un’ora e mezzo di autobus. Così mi mandò a ripetizioni da una professoressa, Simonetta. 50 euro all’ora.
Ero arrabbiata con me stessa perché non riuscivo a digerire l’idea che lei spendesse soldi per una cosa che non mi piaceva. Allora feci così: delle due ore passate ogni settimana con Simonetta, una la trascorrevo con lei, l’altra nella libreria sotto casa sua. Era un posto bellissimo: vendevano riviste e libri di moda, con tanto di cartamodelli e tessuti. Un paradiso per me. Peccato che un pomeriggio Simonetta mi becca lì, mi chiede cosa faccio e perché mia madre non è ancora arrivata. Crolla il castello di carta, mi metto a piangere, le racconto tutto. Lei chiama la mamma, parlano per mezz’ora, mentre io aspetto in corridoio. Il giorno dopo vengo trasferita dal liceo classico alla scuola di moda a un’ora e mezzo di autobus. Mia madre mi ha fatto capire che non puoi giudicare la tua passione. Devi solo seguirla. Contro le convenzioni e contro chi ti mette il bastone tra le ruote. Quando impari questa cosa, smetti anche di giudicare gli altri. Perché è tanto facile giudicare soprattutto sui social. Ma costruire una cosa, anche sui social, è tutt’altra cosa. E’ successo tutto per caso. Non volevo nemmeno andare al provino di Uomini e Donne. Poi, invece, li ho imparato quello che la vita di tutti i giorni non ti insegna: ad aspettare. Dovevi attendere il tempo di dichiararti, di corteggiare, di essere corrisposta. E’ una cosa che non si capisce dall’esterno. E’ una cosa che ti insegna molto.
Un rapporto che non funziona è sempre brutto. A 20 anni, poi, è il mondo che finisce. Ricordo il momento esatto in cui l’ho capito: in Kenya, all’alba di una mattina spettacolare. Eravamo insieme, io e lui, su una mongolfiera. Sotto di noi la savana, gli animali, un panorama mozzafiato. Però lo stavo guardando da sola, anche se c’era lui accanto a me. Così vicino, così lontano. In quel momento ho capito che l’amore non basta. Mi sono detta: benvenuta nel mondo degli adulti, Giulia! Non sono una stupida e non mi sento una scrittrice. Quando mi hanno proposto il libro ho detto di no. Poi ne ho parlato con mia madre. Lei mi ha detto: “Hai una storia da raccontare, non preoccuparti di essere una scrittrice”. Così ho iniziato a collaborate con Stella Pulpo. Ci vedevamo ogni domenica e lunedì. Tante sigarette, divano e balcone, un fiume di chiacchiere. Stella non mi ha mai giudicata, è stata come una seduta d’analisi. Sa qual è la cosa più bella di quel libro?. Le lettere che mi sono arrivate dopo. Una su tutte: una ragazza incinta che ha lasciato il fidanzato e futuro padre di suo figlio perché non la rispettava né le voleva davvero bene. Una scelta dura e importante. Un atto d’amore verso se stessa. Mi sveglio presto, poi faccio colazione. Le mie cose preferite in assoluto. Da lì inizia la mia giornata lavorativa. Il video di buongiorno per i miei follower. Abito a Lugano con il mio fidanzato. Prendo la macchina e vado a Milano. Arrivata si iniziano le riunioni con il mio staff o con i clienti. E si alternano meeting, e set fotografici. Sono una maniaca del controllo. E voglio sempre avere l’ultima parola su tutto. Chiedo consigli, ovviamente. Ma se una cosa non mi convince, si fa come dico io. Il mio team è la mia famiglia, stiamo insieme tanto tempo, voglio bene a tutti. Se faccio tardi resto a Milano, altrimenti torno a Lugano da Andrea. Ci rispettiamo. E quindi rispettiamo le passioni dell’altro. Io le sue gare. Lui i miei set. Appena posso salto sull’aereo e vado dove corre. E’ sempre in giro per il mondo. Una volta, quando l’ho visto cadere, mi si è fermato il cuore. In pista, i rumori sono assordanti, non sentivo più niente. Poi l’ho visto rialzarsi, mi sono detta, si sarà rotto un dito o una gamba ma almeno è vivo. Sto male sempre ma non glielo dico. Perché la passione non si giudica né si ferma. Però non deve farmi diventare gelosa, quello no. Non sono ridicola, però se certe donne non hanno rispetto di me, allora mi è capitato anche di dare una botta a qualcuna. Per fortuna non c’era nessuno a riprendermi!. Oltre alle malattie e alla morte, mi spaventa l’idea di alzarmi un mattino e vedere che tutto è finito. Non essere più apprezzata. Sparire dall’attenzione di chi mi ha fatto diventare quella che sono. Non avere più nessuno che ascolta le mie parole. Alla fine, sono nata in un programma di storie. E oggi spero di continuare a raccontare storie. Storie autentiche, storie mie. Sono loro che mi hanno fatto arrivare dove sono. Il resto è una conseguenza. Solo una conseguenza…”
E voi cosa ne pensate delle parole di Giulia? A voi i commenti.