Ludovica Valli, nel suo libro, racconta che…

Thursday, 07/11/2019 16:00 da ludo_92 Comments Off on Ludovica Valli, nel suo libro, racconta che…

Dedichiamo questo articolo di oggi a Ludovica Valli, ex tronista di Uomini e Donne.

Da alcune settimane, Ludovica, ha lanciato il suo primo libro intitolato “Di Troppo Cuore” e tantissime sono state le persone che lo hanno comprato.

In allegato a questo articolo, vi inseriamo alcuni estratti del libro di Ludovica :

“…Ero tornata da Formentera, ero maturata tanto trovando nei miei sbagli quella che non volevo essere. Ormai da luglio Uomini e Donne mi corteggiava. C’erano state giĂ  mia sorella Beatrice e mia nonna Rema, nella versione Trono Over, ma io rifiutavo comunque, era un programma in cui non credevo molto: come fai a trovare l’amore della tua vita in uno show televisivo? Me lo chiedevo sempre. Tornata da Formentera, però, mi ritrovavo senza una destinazione, un motivo per il quale alzarmi la mattina. All’ennesimo corteggiamento da parte del programma ho accettato. Certe esperienze vuoi o non vuoi, diventano il punto di partenza per quello che diventerai. Quel programma è stato un modo per conoscere quella che stavo diventando e quella che potevo essere agli occhi degli altri. Una ragazzina un po’ viziata che si stava trasformando in donna. “Che caratterino Ludovica“, mi dicevano, e non vedevano nient’altro. Non vedevano tutto quello che c’era dietro quel carattere, la fragilitĂ  di una ragazza alla ricerca del mondo con la paura di lasciarsi completamente andare. Ci credo perchĂ© mi hanno insegnato che l’amore esiste, ho sempre creduto che prima o poi la vita arriva e ti piazza davanti l’amore senza se senza ma, lì davanti ai tuoi occhi, e ti amerĂ  per sempre. Certo non è così facile, anzi l’amore è così dannatamente complicato. Te ne accorgi crescendo, vivendo la vita a 360 gradi come ho fatto io. Te ne accorgi guardando occhi che non ti guardano come vorresti essere guardata. Te ne accorgi baciando labbra che non ti baciano come vorresti davvero. Ci sono storie che ti rimangono addosso, che ti rimangono sempre dentro, ma sono solo storie, non è per sempre. Almeno per me, nulla è stato per sempre. Col passare dei giorni i miei dubbi su quella trasmissione sono svaniti. Io ci credevo, le persone che mi stavano vicine ci credevano con me. Certo, non è stato facile, perchĂ© non puoi uscire, non puoi fare nulla senza che la redazione lo sappia, sei costretta a stare in albergo. Ci sono stati momenti no in cui mi sentivo sola, in cui magari qualche ripresa esterna era andata male, quei momenti in cui mi sentivo giĂą e l’unica cosa che volevo fare era sfogarmi e mangiare schifezze. Umanamente il programma mi ha dato tantissimo, le persone che c’erano dentro. Maria stessa, tutto lo staff che nessuno vede dietro le quinte, è un collettivo inimmaginabile, un viavai continuo di persone che si prendono cura di te per tutto il tempo. Sono rimasta a Roma per circa sei mesi e ci sono stati momenti in cui credevo di impazzire e altri invece in cui avevo gli occhi che brillavano. Un programma del genere ti cambia, ti fa crescere, ti lascia dentro ricordi belli e brutti che comunque faranno parte di te per molto tempo. Certo, ci sono persone che entrano nel programma per andare a caccia della notorietĂ , non posso dirvi il contrario, e poi ci sono persone che, come me, hanno creduto davvero in quello che facevano. Mi hanno spesso dato della bugiarda, mi hanno detto che fingevo, molti però non sanno che ero davvero io quella che tutti hanno visto. Odio fingere, non so fingere: non ho finto quando sentivo il cuore battermi così forte che sembrava potesse uscirmi dal petto, non ho finto quando ho versato lacrime, e non ho finto quando ero triste e iniziavo a mordermi le labbra perchĂ© non sapevo piĂą cosa dire o fare. Non rimpiango niente, non rimpiango le cose giuste ma nemmeno gli errori che ho fatto. All’inizio ho pensato di non dare troppa importanza alle scelte, ma poi mi sono detta che certe scelte le ho fatte e qualsiasi donna che sta leggendo questo libro deve imparare che nella vita le scelte si fanno, nel bene o nel male. Ho lasciato delle pagine vuote perchĂ© non voglio parlare del perchĂ© ho scelto, del perchĂ© poi tutto è finito. Ho lasciato delle pagine bianche perchĂ© io di ricordi ne ho, e non ho voglia di trascriverli. Nel bene e nel male si ama, mi dicono. Io ho amato nel bene e ho amato nel male. Non devo spiegazioni a nessuno, mi sono addossata tante colpe, anche colpe che non avevo, ma sono rimasta in silenzio, non volevo ferire nessuno, fare male a nessuno, trasfigurare nessuno. Ho lasciato delle pagine vuote perchĂ© volevo dire a voi donne che non è importante chi scegliete nella vostra vita, la cosa piĂą importante è che scegliate prima voi stesse. Ho iniziato a postare sui social quando avevo 13 anni, quando ancora Instagram non era usati da tante persone. Ero giovanissima, iniziavo a guadagnarci qualche soldo per me, mi piaceva, mi è sempre piaciuto quel mondo. La mia passione probabilmente nasce da quando ero piccolina. La famiglia di mia madre ha avuto per vent’anni un maglificio, e il mondo della moda e dei vestiti mi ha sempre affascinato. So benissimo che molte persone non considerano che faccio un vero e proprio lavoro, perchĂ© non sanno cosa c’è dietro una semplice foto. Luci, trucco, freddo, caldo, passiamo talmente tante ore a preparare tutto che è difficile pensare che ci sia un solo sorriso in quella foto postata. C’è molto altro. Non voglio dire che faccio un brutto lavoro, o che rispetto ad altri il mio lavoro è piĂą pesante, non sono così ipocrita. Amo ogni particolare, le scelte che faccio per non essere una qualunque ma un esempio per tutte le persone che mi seguono. PerchĂ© è una responsabilitĂ  avere tanti occhi addosso, le persone ti prendono come punto di riferimento, ti ascoltano, tentano di somigliare a ciò che sei, a ciò che mostri loro. Molti hanno provato a criticarmi perchĂ© mi sono rifatta il seno, ma io il seno non l’ho rifatto per sentirmi bella o per avere un seno grande. Purtroppo sono nata con una malformazione muscolare nel lato destro, non ho muscoli in quella parte. E’ successo quando ero dentro la pancia di mia madre e non mi si è sviluppato un pettorale. Ma sono stata molto fortunata, perchĂ© non ho problemi a muovere il braccio: molte persone con la mia stessa malformazione sono rimaste col braccio immobile. Comunque questa cosa da piccola l’ho risentita un po’. Una volta, per una foto, mi è stato detto che mi sono photoshoppata. Questa è una cosa che ho sempre sofferto, per quanto non lo lasciassi trasparire: non mi è mai interessato il commento “sei troppo magra o troppo grassa”, ma quando mi criticano per quel motivo ci rimango male. Io so che ci ho sofferto, e se l’ho fatto è perchĂ© piĂą che un bisogno totalmente estetico era un bisogno fisico. Le persone che pensano che se hai dei bei capelli e un addominale asciutto allora sei bella, ma la bellezza è tutta una questione di testa. Ma non è quello che indosso a farmi sentire bene, bensì quello che ho dentro, e questo è un mio lato fondamentale. Se sto bene con me stessa posso uscire anche in tuta o in pigiama, poco m’importa. Spesso i miei amici mi dicono che sono matta perchĂ© non hanno mai visto una che prende ed esce in pigiama. Io non so se sono matta, o forse un po’ lo sono, come dicono loro, ma so anche che vivere alla ricerca della bellezza è una guerra che molte donne affrontano, e io non voglio insegnare loro che solo quel vestito ti rende bella, che solo quel trucco può farti star bene. Io voglio insegnare a tutte le ragazze che mi seguono e che stanno per diventare donne, come sto facendo io, che si può imparare ad amarsi, si può decidere di vivere senza ascoltare il parere delle persone che a volte sanno essere cattive, si può decidere di fare un percorso su se stessi e star bene. Se sta bene il cuore, se sta bene la testa, anche il corpo sarĂ  capace di non dare valore alle piccolezze, al peso, a una smagliatura. “Sei anoressica”, “Ma non ti vedi quanto sei magra”, “Ma finiscila ti si vedono le ossa”, “Ma che esempio dai alle ragazzine che ti seguono?”. E’ giĂ  da un po’ che leggo questi commenti. Ma sapete una cosa? Non ci rimango male, per niente, però mi dispiace e mi delude che qualcuno si azzardi anche solo a pensare che certe affermazioni possano restare sotto certe mie foto o miei video. Non sono magra, non sono perfetta per fortuna, ho un corpo allenato e ci tengo molto a stare bene, psicologicamente e fisicamente, e questa forma mentis me l’ha creata la palestra e la disciplina. Penso che un’assenza sia peggio di un lutto, perchĂ© il lutto lo puoi giustificare, ci stai tanto male ma lo capisci. Quella persona non è assente perchĂ© vuole esserlo, non c’è piĂą e allora con il tempo ti abitui. Un lutto non fa male quanto un’assenza, quanto sapere che una persona è andata via volontariamente dalla tua vita. Mio padre se n’è andato quando ero piccolina, avevo solo due anni, e questo mi ha segnato molto. Avrei voluto tornare indietro e abbracciarlo piĂą forte quel giorno, per ricordarmi ancora che sapore hanno certi abbracci, ma il tempo è passato e sono cresciuta senza di lui. Nei primi 18 anni abbiamo bisogno dei nostri genitori, per crescerci, per educarci, per insegnarci il rispetto, a cadere e rialzarci, a farci male senza farci male. E’ proprio una necessitĂ , e quando una delle due figure ti manca cresci con una crepa che non puoi riparare con un po’ di cemento. La puoi ricoprire, ma la crepa rimarrĂ  per sempre. Mi è mancato mio padre che si preoccupasse della mia pagella scolastica o mi venisse a prendere a scuola. Per me, per tutto questo, c’era solo mia madre. Se stavo male dovevo chiamare lei, che lavorava a quaranta chilometri di distanza, anzichĂ© mio padre che era lì a pochi passi da me. Io l’ho perdonato, l’ho perdonato davvero, ma se qualcuno mi chiedesse se le assenze si colmano, se le assenze si superano, io risponderei di no, che con le assenze ci convivi per tutta la vita, ti rimangono dentro per sempre. Oggi, a ventidue anni, non posso dire di punto in bianco: “Ricominciamo”, perchĂ© non so far finta che tutto questo non sia successo. Si ricomincia qualcosa che è iniziato e si è interrotto. Ma il nostro rapporto non è neppure iniziato. Se mai mio padre dovesse tornare, a questo punto delle nostre vite, potremmo solo tentare di capire se abbiamo ancora dei punti di incontro, cercando di trovarli. Un giorno vorrei sposarmi e vorrei che a portarmi all’altare fosse Dario, il fidanzato di mia madre. Avevo dodici anni quando l’ho conosciuto, all’inizio ero gelosissima di mia madre, non lo volevo, avevo paura che me la portasse via. Non è stato facile accettarlo, io che ero molto legata a mia madre. Crescendo poi, ho capito che è stato una salvezza per mia madre e per me. Nonostante avesse giĂ  due figli suoi, si è preso cura di me e della mia famiglia, ci ha cresciuti, c’è stato e c’è tuttora. Mia madre è felice con lui. Dario è una persona d’oro, il papĂ  che avrei sempre voluto avere, e anche se non abbiamo lo stesso sangue per me è famiglia…”

E voi cosa ne pensate delle parole di Ludovica? A voi i commenti.

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